
Continuano le proiezioni di Dicembre alla Comune!
Giovedi 13 sarà la volta di In questo mondo libero, l'ultimo film del regista inglese Ken Loach (uscito a Settembre di quest'anno nelle sale italiane dopo aver ricevuto l'Osella d'oro alla Mostra di Venezia).
"Lo sfruttamento è una cosa nota a tutti. La cosa che mi interessa di più è sfidare la convinzione secondo cui la spregiudicatezza imprenditoriale è l'unico modo in cui la società può progredire e l'idea che tutto è merce di scambio" ha affermato il regista.
Con il solito realismo e con una sceneggiatura ricca di invenzioni Loach riesce a raccontare il mondo contemporaneo e a svelare meccanismi economici comuni a tutto il mondo: "Da un lato la gente afferma che l'economia non potrebbe sopravvivere senza questa forza lavoro sotterranea; dall'altro la destra vorrebbe espellere tutte queste persone dal Paese: una totale ipocrisia".
Lavoro precario, lavoro nero, spesso non pagato, sfruttamento, mancanza di sicurezza, truffe ai danni dei lavoratori dell'est disposti a pagare anche una vaga promessa di impiego. Benvenuti nell'Inghilterra del terzo millennio, sembra dire Ken Loach. E benvenuti in Europa, dove le leggi del libero mercato mietono vittime, soprattutto fra i neocomunitari e nei Paesi che attendono fuori dall'uscio dell'Unione Europea.
Questa la trama: Angie, trentenne precaria da sempre, perde il lavoro in un'agenzia interinale "specializzata" nel collocare operai dell'est Europa. Desiderosa di riscattarsi da un difficile passato personale e professionale, decide di aprire con la sua coinquilina Rose la sua agenzia di selezione del personale. E si muove con sicurezza e incoscienza in un sottobosco fatto di miseria, abusi, piccole mafie. Ogni mattina, senza scrupoli, sceglie immigrati regolari e non per lavori quotidiani malpagati, privi delle minime regole di sicurezza. Si adegua all'unica legge che sembra regolare il mercato del lavoro straniero: quella dello sfruttamento.
La proiezione avviene in un locale riscaldato e fornito di punto-ristoro. L'ingresso è libero.
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