martedì 18 dicembre 2007

Di ritorno dal corteo No DalMolin.......
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Sensazioni da Vicenza.

All’inizio del corteo mi spingo avanti con un altro compagno alla ricerca di un bar dove bere qualcosa, arriviamo in un viale all’esterno delle mura di Vicenza e decidiamo di percorrerlo tutto anticipando di un quarto d’ora il corteo per sederci un attimo, ci incamminiamo e superiamo anche la decina di poliziotti che facevano da apertura con un paio di camionette e ci rendiamo conto di essere in mezzo ad un pezzo di città deserta.

Avremmo incontrato una quindicina di passanti (di cui uno ci aveva indicato il bar in fondo al viale) poi finestre delle case chiuse, neanche una bandiera appesa, una sensazione di chiusura anche rispetto alla curiosità di vedere sfilare sotto la propria casa migliaia di persone che vedevamo come una massa compatta all’inizio della strada.

Una prima risposta che valesse anche da scusa politica rispetto alla mia riflessione critica mi portava a pensare che saranno stati tutti al corteo che intanto avanzava alle nostre spalle, ma questa convinzione durava veramente poco e ripensavo al magro risultato della sinistra a Vicenza alle ultime amministrative (mi sembra per esempio che PRC abbia preso il 3%) e mi convincevo del fatto che la lotta sul Dal Molin condotta generosamente da un pezzo di cittadinanza Vicentina fosse una questione veramente difficile su cui costruire più concrete ed avanzate fasce di consenso.

Ti verrebbe voglia di andare in centro e gridare alla Vicenza indifferente che mezza Italia è qua per lottare in difesa del territorio e della Pace.

Arriviamo al Bar beviamo qualcosa e dopo 10 minuti arriva il corteo, imponente e rumoroso, dentro cui avrei tanta voglia di vedere la fascia tricolore di qualche sindaco come in Val di Susa ma dentro di me dico sara dura!
Sulla questione della Tav avevamo dalla nostra le comunità e le loro espressioni amministrative in molti casi aldilà della connotazione politica, qui mi pare che si sposti molto meno, ma non sempre le battaglie territoriali hanno lo stesso taglio di capacità di consenso.

Continuiamo a sfilare e ritroviamo gli altri della Comune con cui ci sistemiamo dietro ad uno spezzone da cui lanciamo un saluto a tutto il corteo che intanto è diventato una gigantesca festa di strada, ci raccontano di qualche momento di tensione in coda, ma nel complesso a Vicenza abbiamo fatto quello che dovevamo cioè riportare partecipazione e solidarietà a compagni e cittadini impegnati in un generosa battaglia contro un nemico duplice e forte: gli interessi della base guerra e l’indifferenza di una tranquilla cittadina del nord-est.
chi ha le foto le mette nei commenti o le posti, ciao

1 commento:

Anonimo ha detto...

sunto della riunione di lunedì sera:

-preparazione della festa-reggae del 21, di quella del 26 e del 28con Contatto Radio

-riflessione sulle capacità organizzative del centro sociale in questa fase: dall'ottimo risultato di Vicenza che ha permesso a 50 persone della provincia e dintorni di raggiungere il capoluogo veneto grazie alla nostra mobilitazione alle difficoltà quotidiane di gestire uno spazio che vive tutti i giorni ma che fatica ad avere una fluidità organizzativa colmata solo dalla geerosità di tanti/e compagni/e

-incontro con l'associazione di migranti SANKARA che, apparte il bordello di sottofondo (che ci impone di trovare dei momenti più tranquilli per svolgere le riunioni), è stata interessantissima. E' stato uno scambio politico e culturale che credo abbia fatto piacere a tutti. Per noi, sapere dell'esistenza di un associazione di migranti decisi a far valere i propri diritti è stato una boccata d'ossigeno.Hanno lucidità nell'analisi politica ("tra dieci anni due saranno le questioni fondamentali che scuoteranno il mondo: ambiente e immigrazione. Noi non possiamo aspettare che decidano sopra la nostra testa" è stato uno dei loro commenti) e sono consapevoli della situazione legislativa e sociale italiana ("molti pensano che gli immigrati passino le giornate sulle panchine delle città,ma neanche li vedono loro gli immigrati: dodici, quattordici ore a lavorare e il resto mangiare e dormire. La Bossi-Fini è una legge bestiale" ha detto un altro). e soprettutto non vogliono delegare a nessuno.