
“Non posso credere alle notizie, oggi..”, così inizia una famosa canzone irlandese. Ed è così che ci siamo sentiti, accendendo la tv, aprendo un giornale o un sito internet. Gaza, gennaio 2009, è l’immagine del nuovo mondo. Buon anno a tutti, dunque.
Ma c’era qualcosa di strano in molte delle notizie che abbiamo letto e ascoltato, una stonatura che abbiamo riconosciuto quasi subito: era lo smarrimento e la tristezza che non volevano farci credere alle notizie. Non si condannava in modo totale, in molti di quei servizi, una guerra portata ad una popolazione stremata, di neanche due milioni di persone strette in un fazzoletto di terra, angustiata a Dicembre dalla fame, ora bombardata e combattuta casa per casa ma rifornita di un po’ di cibo in più (secondo le regole della guerra umanitaria). Si soppesavano le ragioni di stato con la morte di civili innocenti.
Eppure le notizie circolano: oggi (6 gennaio) il Times rivela l’impiego di armi al fosforo da parte dell’esercito israeliano. E si sa che un addestramento di 18 mesi in una Gaza ricostruita mattone per mattone nel deserto ha preparato l’esercito israeliano a questa guerra, e soprattutto al corpo a corpo. Si sa che l’arsenale in dotazione allo Stato di Israele non poteva essere lasciato inutilizzato, perché si sa: la guerra è denaro.
Nessuno difende la linea politica suicida di Hamas, che certo ha diviso il mondo politico palestinese (la Cisgiordania resta nelle mani di Al Fatah). Nessuno spera che un qassam colpisca un asilo israeliano. Ma sostenere che questa guerra è esclusivamente indirizzata contro Hamas e che gli innocenti morti senza combattere sono il prezzo da pagare per difendere la sicurezza di Israele, questo significa rendersi complici di un omicidio di massa, di un olocausto.
Vi consigliamo di leggere le notizie sulla battaglia di Gaza direttamente da: http://guerrillaradio.iobloggo.com/
Ma c’era qualcosa di strano in molte delle notizie che abbiamo letto e ascoltato, una stonatura che abbiamo riconosciuto quasi subito: era lo smarrimento e la tristezza che non volevano farci credere alle notizie. Non si condannava in modo totale, in molti di quei servizi, una guerra portata ad una popolazione stremata, di neanche due milioni di persone strette in un fazzoletto di terra, angustiata a Dicembre dalla fame, ora bombardata e combattuta casa per casa ma rifornita di un po’ di cibo in più (secondo le regole della guerra umanitaria). Si soppesavano le ragioni di stato con la morte di civili innocenti.
Eppure le notizie circolano: oggi (6 gennaio) il Times rivela l’impiego di armi al fosforo da parte dell’esercito israeliano. E si sa che un addestramento di 18 mesi in una Gaza ricostruita mattone per mattone nel deserto ha preparato l’esercito israeliano a questa guerra, e soprattutto al corpo a corpo. Si sa che l’arsenale in dotazione allo Stato di Israele non poteva essere lasciato inutilizzato, perché si sa: la guerra è denaro.
Nessuno difende la linea politica suicida di Hamas, che certo ha diviso il mondo politico palestinese (la Cisgiordania resta nelle mani di Al Fatah). Nessuno spera che un qassam colpisca un asilo israeliano. Ma sostenere che questa guerra è esclusivamente indirizzata contro Hamas e che gli innocenti morti senza combattere sono il prezzo da pagare per difendere la sicurezza di Israele, questo significa rendersi complici di un omicidio di massa, di un olocausto.
Vi consigliamo di leggere le notizie sulla battaglia di Gaza direttamente da: http://guerrillaradio.iobloggo.com/
1 commento:
l'appuntamento rimane per le 17 sotto al municipio fino a sabato (manifestazione provinciale, ore 15)
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