sabato 21 giugno 2008

da Rimini cronache di resistenza!


Venerdì 30 maggio è stata consegnata l’ordinanza di sgombero agli attivisti e alle attiviste del Laboratorio Paz. Un’ordinanza firmata dal Sindaco Ravaioli e sostenuta dalla sua giunta. Nessuna opposizione ne autonomia da parte dell’aggregato politico della Sinistra Arcobaleno, che in questa fase dimostra tutta la sua incapacità e l’inutile tentativo di rappresentare i movimenti. Così come inutile è la falsa motivazione dell’ordinanza di sgombero, tutta incentrata sul burocraticismo amministrativo e tecnico, della pericolosità dell’edificio. La pericolosità dell’edifico altro non è che la capacità del Paz di articolare percorsi territoriali in difesa del territorio, dei diritti, della dignità delle persone. Il Paz oggi è sottosgombero perché è l’unica esperienza che ha saputo collegare esperienze, vissuti, disagio, saperi, senso in percorsi reali di produzione di soggettività e di rottura del comando. Queste sono le ragioni dello sgombero, uno sgombero operato dalla giunta Ravaioli che vuole completare ciò che non è riuscita Forza nuova, con tutta la serie di attentati che hanno colpito lo spazio sociale nel corso del 2007. Sorvegliare e punire, questo è l’atteggiamento del Comune di Rimini, producendo una città prigione controllata a suon di ordinanze e costruzione della paura.Gli attivisti del Laboratorio Paz hanno deciso di rispondere allo sgombero non tanto per una difesa ad oltranza dello spazio fisico di via montevecchio, ma per rompere quel piano simbolico e di controllo che lo sgombero porta con se. Out of control la parola d’ordine.La costruzione delle barricate, le finestre blindate, sono dei mezzi per evidenziare come di fronte alla violenza del potere, i corpi e le forme di vita si ribellano. Si ribellano all’idea della socialità a senso unico, delle esistenze normate a suon di precarietà e sfruttamento, all’idea della punizione come mezzo educativo. E si ribellano anche a chi pensa di poter rappresentare in termini partitici ciò che è eccedenza e soggetivizzazione

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