mercoledì 30 gennaio 2008

appello alla mobilitazione per Cosenza



Pur avendo notevoli difficoltà a partecipare da Massa diffondiamo l'appello alla mobiltazione per il corteo nazionale di Cosenza



Erano passati pochi giorni dalla manifestazione di un milione di persone contro la guerra in Iraq che aveva concluso il Forum Sociale Europeo di Firenze, una delle più importanti esperienze di partecipazione democratica realizzate nel nostro paese.La notte del 15 novembre 2002 venti persone che erano state fra gli organizzatori di quel Forum furono arrestate dai reparti speciali dei ROS e dei GOM. Ad altri cinque furono notificati gli arresti domiciliari. Quarantatre persone finirono indagate nel filone di inchiesta. Le irruzioni di uomini armati fino ai denti e con il volto coperto terrorizzarono molte famiglie a Cosenza, Napoli e Taranto.Tredici persone furono rinviate a giudizio, accusate di aver voluto “sovvertire violentemente l’ordine economico costituito nello stato” per essere stati fra gli animatori delle grandi manifestazioni di popolo in occasione del vertice OCSE di Napoli e del G8 di Genova nel 2001.Quel processo, iniziato il 2 dicembre 2004 presso la Corte di Assise di Cosenza, è alle sue battute finali. La requisitoria del Pubblico Ministero è prevista per il 23 gennaio, e poco dopo sarà emessa la sentenza.Solo un mese fa il Tribunale di Genova ha comminato più di un secolo di carcere a ventiquattro manifestanti. Sono stati inflitti fino a 11 anni di carcere utilizzando reati da codice di guerra come l’accusa di "devastazione e saccheggio".Al contrario, nessuno ha pagato per le inaudite violenze compiute dalle forze dell’ordine sui manifestanti a Genova, giudicate da Amnesty International la più grave violazione dei diritti umani in Europa dal dopoguerra. Nessuno dei dirigenti responsabili ha dovuto rendere conto degli errori ed orrori commessi: al contrario, sono stati tutti promossi. I processi per la macelleria della Diaz e le torture a Bolzaneto si avviano alla prescrizione per decorrenza dei termini. L’omicidio di Carlo Giuliani è stato archiviato senza un processo. Il Parlamento ha respinto la richiesta di istituzione di una Commissione di Inchiesta. Al contrario, gli imputati di Cosenza rischiano pene severissime.Ancora una volta c’è bisogno di difendere la dignità calpestata del nostro paese e le garanzie democratiche – nel sessantesimo della Costituzione. Una volta ancora bisogna pretendere verità e giustizia sui fatti di Genova, e difendere il diritto a costruire un “un altro mondo possibile”.Il nostro paese è pieno di lotte, vertenze nazionali e locali, resistenze e proposte per i diritti umani, sociali, civili, politici, ambientali, per la difesa dei beni comuni, contro la guerra e il riarmo. L’attivismo civile e la mobilitazione sociale dovrebbero essere considerati una risorsa di questo paese.Al contrario, questi conflitti finiscono sotto processo e tante persone rischiano di vedersi rovinata la vita per il loro impegno sociale. Crediamo sia necessario allargare la riflessione, la solidarietà e l’iniziativa unitaria di fronte ai segnali di una deriva securitaria e repressiva contro ogni forma di diversità e di dissenso.Agli imputati di Cosenza viene contestato di essere protagonisti attivi del movimento altermondialista e delle lotte per il cambiamento, attività che viene quindi considerata sovversiva e cospirativa.Questo processo riguarda perciò fino in fondo tutti coloro che credono doveroso impegnarsi per una società e un pianeta più giusti e che vogliono per tutti e per tutte il diritto ad agire, ad opporsi, a praticare e vivere alternative. E’ tempo di tornare a Cosenza da ogni parte d’Italia, come facemmo il 23 novembre del 2002 protestando insieme a tutta la città.
Costruiamo insieme una nuova grande manifestazione a Cosenza sabato 2 febbraioper liberare chi è sotto processo da accuse inaccettabili.
Difendiamo il diritto a voler cambiare il mondo!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi pareva opportuno estendere al blog sia le parole di Piero Bernocchi che il documento del MAT e dei COBAS:

COME NELLA GRECIA DEI COLONNELLI

Quelli/e come noi che da decenni lottano per un mondo migliore e cercano di opporsi, purtroppo con ben scarso successo, ad uno Stato e a governi che hanno portato l'Italia ad un livello di degrado inaudito e vergognoso, ne hanno viste di tutti i colori e dovrebbero essere attrezzati ad ogni sorpresa. E invece la sentenza di ieri del tribunale di Firenze supera in indegnità e follia repressiva ogni precedente del dopoguerra nazionale. Non era mai successo in Italia che, in un processo politico, la sentenza colpisse gli imputati con un numero di anni di galera più che doppio delle richieste, già demenziali, del PM: e non era mai accaduto che per resistenza a pubblico ufficiale (seppur aggravata: ma da che?) si arrivasse a pene che superano quelle per tanti omicidi (senza contare l'elenco di impunità che i compagni del MAT giustamente fanno). Per enormità questa sentenza supera di gran lunga persino la già intollerabile conclusione del processo a Genova. Dunque, l'unica macchina statuale che funziona a pieno regime è quella repressiva, ormai incarognita, appunto, a livelli da Grecia dei colonnelli. La nostra risposta deve essere all'altezza di tale enormità. Di certo i compagni toscani dovranno essere in primissima fila a Cosenza e al centro dei temi della nostra importantissima mobilitazione di sabato. Ma non basta. Dobbiamo fare qualcosa di davvero notevole a Firenze: e ci vanno coinvolti proprio tutti, a partire da tutti/e i compagni/e di strada degli ultimi anni, da Genova in poi, da tutti quelli che hanno affermato di credere che un altro mondo sia possibile e indispensabile (e al più presto, aggiungerei per questa povera Italia, visto il grado di barbarie e di devastazione politica e morale che ci viene quotidianamente messo sotto gli occhi dalla casta dominante).

Piero Bernocchi portavoce nazionale Cobas della scuola




A FIRENZE COME NELLA GRECIA DEI COLONNELLI
13 CONDANNE A SETTE ANNI PER RESISTENZA!
Il Tribunale di Firenze ha deciso di abolire ogni unità di misura ed ha condannato a sette anni di reclusione i tredici imputati per gli incidenti al Consolato USA del 13 maggio 1999 in occasione dello sciopero/manifestazione indetto dal sindacalismo di base contro la partecipazione dell'Italia alla guerra nei Balcani.
Sette anni per aver preso un sacco di legnate a mani nude. Sette anni a conferma che nella società contemporanea non c'è più misura. Nello sfruttamento come nelle sentenze dei tribunali. Sette anni vengono dati per omicidio (con le attenuanti). Cinque per banda armata. Qualche manciata di mesi per stupro, nulla per gli omicidi sul lavoro. Non parliamo della signora Dini e dei suoi traffici internazionali finiti con una pena abbondantemente sotto l'indulto.
Questi giudici ci fanno tornare in mente i colonnelli greci e lo Shakespeare di "Misura per misura": viviamo la nostra contemporaneità nella svalutazione dei valori, dunque il dramma è quanto mai attuale..
La Magistratura interpreta la crisi verticale della rappresentanza politica, quella società dello spettacolo andata in onda anche pochi giorni fa al Senato, e della sua incapacità di controllare spinte e conflitti sociali.
Non si deve manifestare, tanto meno contro la guerra. E poi, se al governo c'è il centrosinistra è ancora più grave, viene meno ogni "giustificazione politica".
E' il trend giudiziario di Genova e di Cosenza. E' l'altra faccia del delirio securitario che vuole incarcerare tutti i romeni che scappano dalla Romania a causa dei "nostri" imprenditori arrivati a sfruttare la forza lavoro locale per 80 euro al mese.
A Firenze c'è la mano precisa dei DS in questa sentenza. Dopo aver riesumato le ordinanze (1933) del Podestà per deportare i lavavetri, hanno dichiarato la guerra ai poveri colpevoli di avere cattiva incidenza sul turismo - come se Firenze non fosse una città internazionale e cosmopolita. Ed ora indicano nelle case occupate, nei richiedenti asilo che esodano dalle guerre il prossimo nemico da colpire.
La città va affidata a guardie pretoriane che devono esercitare il controllo assoluto non solo sui movimenti, ma sui corpi e sulle menti, perchè cresce la marea dei senza reddito, senza casa, senza cittadinanza e che devono rimanere anche senza voce.
Queste sentenze vogliono sancire lo slittamento del conflitto sociale all'interno della normativa penale. Imputate/i capri espiatori, diversificati per provenienza ed estrazione, per poter esercitare su di loro una giustizia altrettanto diversificata. Per sperimentare la tenuta di "nuovi" reati, quali devastazione e saccheggio, mantenendo i "vecchi" resistenza e danneggiamento.
Daremo vita ad una campagna nazionale su questa sentenza capace di coinvolgere tutto quanto si muove nella società italiana per garantire la libertà di movimento e la demolizione di questa e delle altre sentenze.

SOLIDARIETA' CON GLI IMPUTATI LIBER@ TUTT@

Movimento Antagonista Toscano - Confederazione Cobas

Anonimo ha detto...

RICORDIAMO I FATTI
Il 13 maggio 1999 lo sciopero delle organizzazioni di base fu un grande successo (a Firenze 3.000 in piazza). Lo sciopero dimostrò la possibilità di lottare contro la guerra NATO nei Balcani, guerra sostenuta dal governo di allora, guidato da D'Alema, e definita da CGIL-CISL-UIL "una contingente necessità". A corteo concluso davanti al Consolato Americano partirono, senza preavviso, durissime cariche poliziesche: candelotti sparati ad altezza d'uomo, 5 manifestanti costretti alle cure ospedaliere, mentre tanti altri contusi evitarono gli ospedali. L'atteggiamento delle forze dell'ordine fu conseguente alla circolare D'Alema-Iervolino ("perché non vengano tollerate manifestazioni contro basi militari e sedi governative"). Un paese in guerra adegua il comportamento della propria polizia alla situazione bellica. Un video mostrò l'esatta dinamica delle cariche - video ripetutamente fatto vedere dalla trasmissione "Striscia la notizia", anche, strumentalmente, nei confronti del centrosinistra al governo.
Già le richieste del pubblico ministero apparivano SURREALI: dai 4 ai 5 anni per "resistenza a pubblico ufficiale.
La sentenza dimostra che ancora una volta la realtà supera la fantasia!