Anche se non si è trattato di un vero e proprio sciopero, la giornata del 1° marzo è stato il momento di maggior visibilità che le lotte dei migranti hanno avuto nel nostro paese. Per quanto riguarda la provincia di Massa Carrara, c'è stata un'unica grande iniziativa di mobilitazione che ha portato diverse centinaia di persone a sfilare tra le strade di Avenza reclamando una cittadinanza piena per tutti coloro che vivono su questo territorio. L'aspetto più interessante di lunedì è stato proprio l'affiorare del protagonismo sociale e politico degli immigrati, la loro voglia di esprimersi, il loro bisogno di integrazione e al contempo di autonomia. Siamo spesso abituati a registrare la solidarietà, a volte sincera a volte strumentale, che le forze politiche rivolgono agli immigrati: si interpretano bisogni ed esigenze altrui, si 'politicizzano' alla nostra maniera situazioni inedite.
La novità del 1° marzo è stata però quella di aver provato, per la prima volta in questa provincia, ad unire in una moltitudine multietnica le rivendicazioni comuni di migranti e residenti. La precarietà dell'esistenza ci colpisce tutti, provando a segmentarci, ma il suo superamento è l'orizzonte comune.